Rubacuore

La serie di eleganti villette a schiera era immersa nel silenzio. Avvolto nel buio della notte e
senza alcuna difficoltà, Steve entrò nella prima con l’intenzione di svaligiarla insieme alle altre.
Raggiunse la scalinata nel silenzio più totale e salì verso le camere da letto, dove supponeva
potesse essere il malloppo, ma rimase paralizzato dalla luce che filtrava da una delle stanze:
non poteva credere ai propri occhi, gli avevano assicurato che quelle case erano vuote e la zona
si popolava solo nei fine settimana. Si fece coraggio e aprì con cautela la porta di quella che
chiaramente era una camera degli ospiti: un letto matrimoniale, un comodino con un piccolo
abat-jour acceso e una figura in penombra che cercava di aprire una cassaforte...
Steve riconobbe gli scatti metallici, ma sembrava che il suo “collega” non conoscesse affatto
il mestiere. Avvicinandosi con passo felpato notò che il concorrente, di corporatura minuta,
sembrava un adolescente che per la prima volta si affaccia al mondo del ladrocinio:
«Sorpresa!» sibilò alle sue spalle puntandogli il piccolo cacciavite nel costato, deciso a non
farsi soffiare la refurtiva; spintonandolo, lo fece cadere a terra, gli strappò la ridicola maschera
che indossava e quando vide quei due profondi occhi azzurri e i riccioli biondi, illuminati dal
fioco raggio della torcia, che le ricadevano sul viso, rimase interdetto.
Era partito con l’idea di dare una lezione a quel piccolo farabutto, ma dovette trattenere la
mano che stava per sferrare un sonoro ceffone:
«Sei una donna…?»
Si sposarono quindici giorni dopo, alla presenza della crème della crème della criminalità,
sulla bella spiaggetta antistante le villette a schiera che avevano ripulito insieme. Da quella
volta Steve venne chiamato Rubacuore!

 

Pubblicato nel volume
Dritto al Cuore
Antologia del mistero,
del grottesco e della follia
Galaad Edizioni, 2014
Il ricavato verrà devoluto al progetto “Mettici il cuore”
dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma